Nell’ultimo decennio le piastrine sono state impiegate in campo trasfusionale nel trattamento di numerose malattie ematologiche. Studi più recenti hanno individuato nelle piastrine la capacità di agire come induttore metabolico per la presenza, al loro interno, dI fattori di crescita, ed aprendo quindi la strada a nuove prospettive ed applicazioni in diversi campi medico-chirurgici.

 

Le principali indicazioni in campo ortopedico sono rappresentate da tendinite, lesioni muscolari e patologie traumatiche e degenerative quali l’artrosi di tutte le articolazioni, trovando quindi applicazione tanto nello sportivo quanto nell’anziano con patologia cronica. Nella nostra esperienza, iniziata nel 2008, abbiamo trattato circa più di 1500 pazienti con ottimi risultati al follow-up a,6 e 9 mesi e ad 1 anno. La metodica ha il vantaggio di essere sicura, semplice, rapida e riproducibile. Il paziente viene sottoposto ad un prelievo ematico sotto controllo di un ematologo che dopo essere stato centrifugato e processato viene infiltrato nella sede anatomica interessata dal danno. Poiché è un prelievo autologo non sono presenti rischi per il paziente, se non quelli correlati a qualsiasi infiltrazione. Controindicazioni sono invece presenti per quei pazienti con malattie ematologiche, infettive e neoplastiche.